Le rubriche di Rossana Domenici

Le rubriche di Rossana Domenici

GAMBE BELLE E LEGGERE

con le tavolette di Ippocastano
Il troppo caldo ti sposa e le tue gambe sono stanche e hanno voglia di vacanze?
Prova le tavolette di a base di: Ippocastano, Centella, Rusco e vitamina E.
Madre Natura ci dona leggerezza per le nostre gambe tramite l’Ippocastano.

Le tavolette Ippocastano e Centella si utilizzano per sostenere la circolazione delle gambe, proteggere i capillari fragili, contrastare la cellulite e in caso di emorroidi.
Sono un buon rimedio per chi avverte: gonfiore, ristagno dei liquidi, calore alle estremità.
Per un effetto immediato rinfrescante e rigenerante, suggerisco anche il freschissimo gel applicabile su gambe, corpo e collo, sempre con Ippocastano.

Freschi saluti e buone Gambe Belle e Leggere a tutte.

 

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IN UNA TAZZA DI TE’: DUE PIANTE, TANTE QUALITA’

Da sole due piante si ottengono oltre 300 varierà di tè, grazie a diversi fattori quali clima, altitudine, lavorazione, terreno di provenienza, stagione di raccolta, età e dimensioni della foglia, caratteristiche organolettiche. La pianta più diffusa è la Camelia Sinensis con raccolti apprezzabili a partire dai 3-5 anni e di cui si utilizzano le foglie apicali e le gemme per una migliore qualità.

E’ originaria dell’India settentrionale e della cina meridionale; l’alto arbusto viene mantenuto basso per agevolare la raccolta delle foglie di forma ovale-oblunga con margini dentati ed acuminati, mentre i fiori di un colore bianco crema ed il frutto è una capsula globosa. Per i meno pregiati si utilizzano anche le quattro foglioline sottostanti ancora tenere.

Mediamente da quatto chili di foglie si ottiene un chilo di tè e si possono effettuare fino a 10 raccolti all’anno anche se il risultato migliore si ottiene con il raccolto di primavera. Gli effetti della bevanda si differenziano grazie al tipo di tè, la temperatura dell’acqua, la durata dell’infusione

TE’NERO In Occidente quando si parla di tè si intende il tè nero, la cui lavorazione è suddivisa in appassimento: le foglie vengono messe ad appassire a temperature tra i 20 e i 25 gradi, per un periodo di tempo che varia dalle 8 alle 24 ore; arrotolamento: ancora morbide vengono arrotolate o rullate, senza spezzarle; le foglie si aprono e perdono liquidi; fermentazione: il liquido delle foglie a contatto con l’ossigeno dell’aria provoca una ossidazione chiamata fermentazione; essicazione: attraverso il calore si blocca il processo di decomposizione, procedendo poi alla selezione in base alla grandezza delle foglie, che determina la differenza della qualità. Le foglie piccole sono le più pregiate mentre quelle sminuzzate di qualità inferiore sono utilizzate prevalentemente per le bustine filtro.

LE TANTE PROPRIETA’ La presenza della caffeina rende il tè uno stimolante encefalico, cardiorespiratorio e per la stanchezza mentale. Ricco di flavonoidi, antiossidante, viene riconosciuto come anti-invecchiante ed utile come prodotto dimagrante, mentre la caffeina potrebbe aiutare ad eliminare il mal di testa. I tannini sono astringenti intestinali con azione antimicrobica e utilizzati nei trattamenti di gastroenteriti acute e per contrastare gli effetti della dissenteria batterica con una infusione di 10 minuti in un litro con molto succo di limone. Grazie alla presenza del fluoro protegge i denti dalla carie. Secondo le ultime ricerche 2 o più tazze al giorno diminuiscono del 44% la possibilità di infarto ed abbasserebbe il rischio di tumore al colon. Le foglie poste in infusione o in litro di possono applicare sugli occhi segnati da occhiaie o borse, lasciando agire 10/15 minuti, mentre risciacqui con l’infuso possono accelerare la guarigione delle afte.

Tè come stimolante Lasciare in infusione 2 minuti pe estrarre dalle foglie soprattutto la caffeina

Tè rilassante Se l’infusione vien prolungata per 3-5 minuti si estrae anche l’acido tannico capace di legarsi alla teina frenando ed attenuando l’effetto stimolante. L’acido tannico è anche responsabile del sapore amaro.

Tè con latte Se si aggiunge il latte si riduce la quantità di tannini e di acido clorogenico, quindi si limitano le irritazioni gastro intestinali.

 

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IN UNA TAZZA DI TE’

Il tè è un infuso ricavato da una pianta legnosa, la Camelia sinensis e la Camelia assamica, coltivate in Cina, India, Sri Lanka, Giappone, Kenia , Turchia, Russia, …. e dopo l’acqua è la bevanda più diffusa al mondo.
Il Tè ebbe la sua culla in Cina e qui sono state inventate le regole e l’arte di servirlo. La più famosa leggenda cinese narra che il primo a bere il the fu nel lontano 2737 a.C. l’imperatore Shen Nung che, seduto ai piedi dell’ albero del tè era in attesa che l’acqua bollisse quando cadde qualche fogliolina nel recipiente, assaggiò l’infuso e subito si sentì rinvigorito. In passato le foglie del tè valevano anche come moneta e pagamento dei tributi imperiali, tanto che nella città di Pu veniva compresso per essere meglio maneggiato e trasportato. Sotto la dinastia Tang il commercio divenne monopolio dello stato ed influenzò moltissimo l’economia.
Il Tè in Giappone diffuso a partire dall’ottavo sec. d.C. dai monaci buddisti che lo usavano per intensificare lo stato di allerta e veglia durante le meditazioni, conquistò rapidamente la corte imperiale e si crearono le prime diffuse coltivazioni.
Il Tè in Europa: le prime notizie si ebbero grazie a Marco Polo con il suo Milione. Gli europei ne conobbero l’esistenza molto più tardi nel 1610 per opera degli olandesi con la Compagnia delle Indie Orientali. Il suo prezzo era molto elevato e in Portogallo, Francia, Italia era utilizzato unicamente come medicinale. Nel 1706 Thomas Twining aprì a Londra una caffetteria dove serviva anche l’esotica bevanda, di cui divenne poi fornitore ufficiale della Regina Vittoria. In Olanda ed in Inghilterra il tè è divenuto bevanda nazionale e assaporato con particolari riti.
Il tè proveniente dall’India: a causa della guerra dell’oppio che coinvolse la Cina per tre anni, dal 1839 sul mercato europeo giunse il tè coltivato in India e Cylon. Dopo il 1870 gli inglesi sostituirono le piantagioni di caffè, distrutte da una grave malattia, con le coltivazioni di tè e fu il modo per far loro apprezzare un sapore più deciso ed un’azione tonica più marcata. Fu anche una opportunità economica rilevane per chi ebbe il fiuto di credere in un buon raccolto di tè indiano. Thomas Lipton con queste trasformazioni costruì la sua fortuna.

 

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